Monte Pizzocolo

Sulla cima del monte Pizzocolo mt 1581 s.l.m., sorge il bivacco Due Aceri (che prende il nome dai due alberi vicini) e la chiesetta alpina, eretta nel 1985 sui ruderi di una precedente costruzione risalente alla Prima guerra mondiale.

Sulla cima del monte Pizzocolo (mt 1581 s.l.m.) sorge il bivacco Due Aceri (che prende il nome dai due alberi vicini) e la Chiesetta alpina, eretta nel 1985 sui ruderi di una precedente costruzione risalente alla Prima guerra mondiale.

Nelle giornate limpide il panorama è incomparabile e spazia dal lago ai monti. Il Monte Pizzocolo gode di una vista unica e ineguagliabile del Lago di Garda e in particolare del medio e basso Lago. Volgendo lo sguardo possiamo inoltre ammirare il gruppo dell’Adamello, del Monte Rosa, gli Appennini, il complesso montano del Monte Baldo e la diga di Valvestino

Curiosità

Il nome Pizzocolo è rinvenuto per la prima volta nel catasto napoleonico del 181. Questo ritardo è dovuto al fatto che le popolazioni locali, quindi quelle comunità che da sempre hanno legato la vita e la propria economia alla montagna, erano solite non usare questo nome, ricorrendo a quello di Serà (cfr “Il monte Pizzocolo una sentinella sul lago di Garda” Roberto Dall’Olmo ed. Grafo pag. 35).
Il nome, secondo la tesi maggioritaria, deriva dai termini Pizzo e Zoccolo, con evidente riferimento alla sua forma a zoccolo, ma potrebbe derivare anche da pinzocol che in Val di Ledro e nell’Alto Garda indica un dente di roccia sporgente. Serà è invece detta tutta la fascia rocciosa che guarda verso Valle Archesane e Valle delle Camerate e deriva dalla voce dialettale serà che vuol dire chiudere, in quanto la barriera rocciosa chiude la valle (cfr Prealpi Bresciane di Fausto Camerini pag. 316).

Il Monte Pizzocolo, in particolare sulla antistante sponda veronese del lago, viene chiamato anche “Il Gu” o “Naso di Napoleone”. Le truppe francesi presenti sul territorio gardesano, nel periodo delle guerre napoleoniche, videro nella forma del Monte Pizzocolo il profilo del naso di Napoleone, denominandolo così “aigu” ovvero aguzzo. Con il tempo e l’uso abituale il termine da “aigu” si trasformò in “Gu”.

Ispirò Giosuè Carducci, nei cui versi dedicati alla penisola di Sirmione così lo decanta:
… Baldo, paterno monte, protegge la bella da l’alto
co’l sopracciglio torbido:
il Gu sembra un titano per lei caduto in battaglia
supino e minaccevole …

Forse per i temporali estivi o per il fatto che spesso sulla cima si addensano le nuvole, anticamente si credeva abitato dalle streghe che lì celebravano i loro sabba infernali (cfr Garda Verticale pag. 232 e “Il monte Pizzocolo una sentinella sul lago di Garda” Roberto Dall’Olmo ed. Grafo pagg. 11 e 70). Quando il tempo peggiorava, rapidamente si pensava fosse dovuto al fatto che tutte le streghe si erano radunate presso la bocchetta d’Archesane sul versante settentrionale. Questa leggenda si è diffusa anche sulla sponda veronese tanto che esiste il detto “De drio al naso del Napoleon, ghé la vale delle Strìe” (dietro al monte Pizzocolo c’è la valle delle streghe).

Oltre alle streghe la tradizione tramanda storie di briganti che trovavano ricovero nelle grotte. Il più famoso di Toscolano Maderno è stato il brigante Formentù che, nella seconda metà dell’Ottocento, viveva in una profonda grotta sul versante orientale del monte, poco distante da Persegno (cfr “Il monte Pizzocolo una sentinella sul lago di Garda” Roberto Dall’Olmo ed. Grafo pag. 72).

Nell’ultimo dopoguerra si era diffusa la notizia, ad opera del “Washington Post”, che Hitler non fosse morto e avesse trovato rifugio sul lago di Garda. Ci fu anche chi giurò di avere riconosciuto il dittatore fuggiasco in un eremita che, nel ’46, viveva appartato in una grotta dalle parti di Sant’Urbano, tra Toscolano Maderno e il monte Pizzocolo. Nel 2013 “la leggenda” ha trovato nuovo vigore dopo che un gruppo di speleologi, in cerca di misteriose cavità, ha esplorato la grotta di un eremita proprio in quella zona, trovando una barriera di filo spinato arrugginito, suppellettili, rimasugli di uno spartano arredamento, senza peraltro venire a capo di nulla (cfr Bresciaoggi del 16 luglio 2013).

Si tratta di una montagna di aspetto geologico peculiare, sulla quale hanno agito processi tettonici di notevole entità, in gran parte composta di «corna» che è un calcare molto povero di impurità. La potenzialità aggressiva dell’acqua su questa roccia è ben dimostrabile già in superficie, dove, nei tratti di roccia nuda, il fenomeno dei campi solcati assume aspetti quasi abnormi. I solchi, leggermente tortuosi, scorrono lungo le lastre di roccia larghi una ventina di centimetri e profondi alcuni «metri». Così pure l’aspetto esterno, che è quello di un carso prevalentemente coperto, è profondamente segnato da doline e vallette carsiche. Nonostante queste ottime premesse, ben diversa è, però, la situazione per quel che riguarda le possibilità di accesso al sistema carsico profondo. Pochissime sono infatti le cavità sinora rinvenute e quasi tutte impostate su grossi fenomeni tettonici dove poco evidente è l’azione dell’acqua. Le esplorazioni non possono certo dirsi concluse e rimane da esplorare ancora una buona fetta di montagna, inoltre la presenza di imponenti sorgive alla base del massiccio non può che avvalorare l’ipotesi dell’esistenza di un sistema ipogeo di tutto rispetto (cfr Atti del X Convegno di Speleologia Lombarda, Brescia, 12-13 dicembre 1981 «Natura bresciana» Ann. Mus. Civ. Se. Nat., Brescia, 18, 1981, pp. 177-184 Corrado Camerini* e Paolo Segalini* Primo contributo alla conoscenza del fenomeno carsico del M. Pizzocolo (* Gruppo Grotte Brescia «C. Allegretti»).

Due grotte sono particolarmente interessanti in quanto hanno un micro clima con temperatura costante tutto l’anno tra i 2° ed i 5°C. Si trovano alle falde del Pizzocolo e sono dette Giaséra del Val e Giaséra de Boschèta d’Archèsane (Sentieri Bresciani pag 64 a cura della Provincia di Brescia).

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